14 Luglio 2023
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della XV Domenica del T.O. (ANNO A),
a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaìa (55,10-11)

Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

Entrare dentro le profondità di una storia, di una vita, di una relazione. È questo ciò che la Parola viva di Dio vuole fare oggi. Non un bagno in superficie, né un benessere passeggero, oppure offrire soltanto un po’ di sollievo.
Dio va fino in fondo: “scendere, irrigare, fecondare e far germogliare, portare frutto, portare a compimento”, sono i verbi dell’azione di Dio nella nostra esistenza quotidiana.
Dio con noi fa sul serio, perché ci ama di un amore inarrestabile.

Il terreno, che siamo noi con le nostre vite sgangherate, questo terreno benedetto dalla pioggia della grazia di Dio può opporre resistenza, può rinchiudersi in se stesso diventando sassi, pietre, spine (cf Mt 13,1-23), disperdendosi in mille surrogati di felicità e di divertimento, di distrazione o di preoccupazioni varie, per non voler essere dove si è e dove si è scelto di stare. Ma la Parola ci riporta lì, con forza, alla nostra ragione di vita: “Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,16).


Qôl/call

Da cosa fuggo? Dove sto portando frutto?

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it