Commento alla prima Lettura della XIV Domencia del Tempo Ordinario (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro del profeta Zaccaria (9,9-10)
Così dice il Signore:
«Esulta grandemente, figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d’asina.
Farà sparire il carro da guerra da Èfraim
e il cavallo da Gerusalemme,
l’arco di guerra sarà spezzato,
annuncerà la pace alle nazioni,
il suo dominio sarà da mare a mare
e dal Fiume fino ai confini della terra».
Una gioia incontenibile apre la liturgia di questa domenica. Di fronte ai dolori e agli affaticamenti di ogni tempo, il saluto che il profeta rivolge alla sua comunità restituisce a tutti un respiro di gioia perché il Signore viene a visitare il suo popolo!
La comunità che lo accoglie è chiamata dal profeta “figlia di Sion, figlia di Gerusalemme”; è vista come una giovane donna, bella e in festa, un popolo unito, amato e abbellito dalla gioia perché il Padre gli sta facendo visita attraverso il suo messia.
Il messia è l’inviato del Signore tanto atteso, un uomo in grado di regnare su Israele e portare la pace senza confini. È umile il suo andare, cavalca un puledro di asina. È giusto il suo incedere, Dio lo protegge e veglia su di lui. Molto diversa è la sua immagine da quello che ci si aspetta da uno che comanda, e che con il suo atteggiamento forte dà sicurezza, con la sua voce grande mette a tacere ogni dubbio. Invece il messia del Signore, colui che è stato scelto per portare la pace, è il più povero dei poveri, che nell’AT sono quelli che vivono l’atteggiamento religioso per eccellenza: saper tutto ricevere da Dio e per tutto ringraziare.
Qôl/call
Signore Gesù, vieni a visitarci, portaci la pace che nasce da un cuore come il tuo: povero, umile e mite (cf. Mt 11,29). Un cuore umile da chiedere in dono a te, chiave che apre ogni porta chiusa, tesoro prezioso da scoprire e non perdere.
sr. Letizia
molesti.l@apostoline.it