22 Luglio 2021
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal secondo libro dei Re (2Re 4,42-44)

In quei giorni, da Baal-Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.


Chi è l’uomo di Dio?
In questo testo, così è “soprannominato” il profeta Eliseo, discepolo e successore del profeta Elia. L’episodio qui raccontato è uno dei tanti che vuole delineare l’identikit di quest’uomo vissuto nell’Antico Israele perché, come sempre per i racconti biblici, sappia dire qualcosa a noi uomini e donne vissuti molti secoli dopo. L’uomo di Dio qui, è innanzitutto uno che si fida della parola del Signore anche quando questa sembra assurda, così deve essere sembrata agli orecchi del servitore che vedeva solo 20 pani dentro la bisaccia. Il servitore vede il pane, Eliseo vede la gente. Sa che quel popolo, che lui è stato chiamato a servire, è innanzitutto il popolo di Dio e che Dio non si dimenticherà della loro fame. Il profeta vede l’invisibile, crede l’impossibile perché vive delle parole del Signore e sa che queste basteranno.
L’uomo di Dio è, inoltre, chi non condivide un pane qualsiasi, ma le primizie. Il pane delle primizie è quello benedetto, che si presenta ai sacerdoti perché questi lo offrano al Signore (Lv 23,17). È il pane migliore, quello fatto con il grano del primo raccolto, quello più profumato. Mentre il servitore continua a vedere nel pane la primizia, Eliseo, sulla parola del Signore, considera primizia la gente che ha bisogno di mangiare. In fondo l’uomo di Dio è uno abituato a lasciarsi scomodare dal Signore, a farsi cambiare i piani, a non guardare solo se stesso. Un giorno, molti anni dopo, Gesù metterà alla prova i “suoi” proprio su questa capacità di credere che Dio, sempre, apre le sue mani e dona grandi benedizioni se noi abbiamo il coraggio di crederci.


Qôl/call

Eliseo considera “primizia” il popolo a cui Dio lo manda. Per lui niente viene prima della “fame” delle persone per le quali è profeta. Qual è la nostra primizia? Ciò che abbiamo di più prezioso che possiamo offrire al Signore, ciò per cui viviamo e ringraziamo?

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it