11 Dicembre 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)
a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaìa (61,1-2.10-11)

Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti.


Continuiamo la lettura del profeta Isaia, profeta dell’Avvento. Questa domenica è particolarmente dedicata all’annuncio del Messia e alla gioia per il dono grande della salvezza.
La prima parte del brano è al singolare, parla un uomo che si riconosce consacrato dallo spirito del Signore. Non si dice chi è, ma leggendo Isaia si comprende che somiglia molto al Servo sofferente presentato al capitolo 42, colui che ha ricevuto una missione di consolazione per il suo popolo da realizzare in un modo inaspettato, cioè attraverso il dono della sua vita.
Qui parla ancora il consacrato del Signore, in ebraico Messia, e esprime la consapevolezza di ciò che è chiamato a fare: portare la buona notizia della salvezza ai poveri, fasciare i cuori spezzati… Tanti cuori sono spezzati, dall’odio, dalla violenza, dall’egoismo. Il consacrato del Signore è chiamato a liberare, perché amare è liberare. Con il Battesimo e la Cresima veniamo consacrati re, sacerdoti e profeti, partecipi della missione di Cristo. Questa lettura, allora, parla anche di noi.
La gioia esplode sulla bocca di Gerusalemme nella seconda parte del brano a conclusione del capitolo 61 di Isaia. È la comunità che parla, che si vede come una giovane sposa pronta per lo sposo. Lo Sposo è il Signore!
È bella, resa bella dalla giustizia ristabilita, dalle vesti di salvezza ricevute di cui si cinge come le mura di Gerusalemme che sono ricostruite, segno che la città è di nuovo in piedi, ha ritrovato la sua identità e l’appartenenza al Signore. Questo è motivo di una gioia piena, compiuta. La prima lettura si associa bene alla figura del Battista, il testimone della luce che il Vangelo di Giovanni ci presenta (Gv 1,6-8.19-28), colui che è chiamato a annunciare la venuta del Consacrato del Signore, Gesù di Nazareth, che porta la gioia della salvezza che nessuno ci potrà togliere (Cf Gv 16,22).


Qôl/call

“L’anima mia magnifica il Signore…”: le parole di Maria assomigliano molto al cantico di Is 61,10-11 e esprimono bene la gioia di sapersi salvati, amati e liberati. “Nessuno si salva da solo” (Papa Francesco), gustiamo la gioia di essere destinatari di un annuncio di consolazione, da condividere con chi ne ha bisogno intorno a noi.

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it