Commento alla prima Lettura della XXVIII Domenica del T.O.
a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro della Sapienza (7,7-11)
Pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni;nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
Che cos’è la sapienza e chi è il sapiente? Attraverso un grande elogio della sapienza, contenuto nei capitoli centrali del Libro che ne porta il nome, la Scrittura vuole indicare una strada per trovare la risposta a queste domande.
La sapienza che viene da Dio non ha paragoni con niente di quello che consideriamo prezioso: in primis la salute, poi la ricchezza e, infine, la bellezza. Questi sono i beni che maggiormente si ricercano, oggi come al tempo in cui il testo è stato scritto (I sec a.C.- I sec d.C.). Per cui affermare che c’è qualcosa che vale di più, che “illumina” di più e rende intelligenti e giusti, è un messaggio davvero sovversivo.
La sapienza è qualcosa che si sceglie come bene inestimabile per la propria vita. Dice l’autore, nei panni di Salomone, il re sapiente: “l’ho scelta come mia vera luce”, altra traduzione possibile e da preferire rispetto a quella della CEI 2008 al v.10 (“ho preferito avere lei piuttosto che la luce”).
La sapienza è dono di Dio che viene dato a tutti senza discriminazioni, a patto che lo si chieda veramente perché lo si riconosce non come qualcosa in più, da aggiungere a molte altre sicurezze, bensì come l’essenziale sia per affrontare gli aspetti pratici dell’esistenza che per quanto riguarda la crescita interiore.
È il senso della vita, la sapienza; la spinta per alzarsi la mattina e sapere di esserci per amore e di poter amare coi fatti e nella verità. Da qui, viene tutto il resto, salute, ricchezza, bellezza, ecc., ma… vuoi mettere la differenza?
Qôl/call
Il vero sapiente è colui che desidera e ricerca la sapienza come dono dall’alto attraverso un impegno di ascolto quotidiano della Parola. Ma, secondo il Vangelo, questo non basta. Accogliere il dono lasciandogli il primo posto significa assumere la logica di “vendere quello che si ha e darlo ai poveri”, (Cf Mc 10,17-30): è questa la via della Sapienza.
sr. Letizia
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