Commento alla Prima Lettura della DOMENICA DELLE PALME (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro del profeta Isaia (50,4-7)
4Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
5Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
6Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
7Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
La settimana santa inizia con quello che è conosciuto dalla tradizione come il terzo “canto del Servo” di Isaia nel quale poi la tradizione cristiana ha riletto alcuni tratti della Passione di Gesù.
Il profeta parla in prima persona conferendo ancora più pathos al suo racconto, tuttavia non è da solo perché ha sempre davanti il Signore di cui parla e che è il vero protagonista di questi pochi versetti. Anche Gesù, del resto, in tutta la sua Passione parla del Padre, si rivolge a Lui, lo invoca, ne presenta caratteristiche nuove come un Tu imprescindibile della sua vita e quindi della sua morte.
«Ogni mattina» il servo riceve una parola da ascoltare e riconsegnare a ogni sfiduciato.
Alla lettera dal testo originale il versetto 4 suona così: «Il Signore risveglia in me una parola ogni mattina, ogni mattina risveglia il mio orecchio», la versione CEI ha omesso la ripetizione considerandola un errore. In realtà la ridondanza del testo ebraico concede un’enfasi diversa a tutto il resto del brano.
Ogni mattina la relazione vitale con il Signore concede alle labbra una parola da pronunciare perché lo stanco riacquisti forza, anche lo stanco che vive dentro di noi, e nello stesso tempo risveglia l’ascolto dell’orecchio perché le parole da pronunciare non siano le proprie. È in forza di questa reciprocità che il profeta è sicuro che il Signore lo assiste (v.7) proprio come Gesù che fino alla fine ha avuto solo parole d’amore per il Padre.
Qôl/call
«Ogni mattina»… Il Signore concede a noi una parola da dire e una parola da ascoltare. Faccio memoria di quelle parole che mi sono arrivate per ridare forza “allo stanco” e che ho ascoltato per imparare, come un discepolo, ad amare come Lui.
sr. M. Francesca
frasca.mfrancesca@apostoline.it