21 Aprile 2023
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della III Domenica di Pasqua (ANNO A),
a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dagli Atti degli Apostoli (2,14.22-33)

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

La Chiesa è il corpo di Gesù crocifisso e risorto. E Pietro e gli Undici, il “nuovo” il corpo apostolico ricomposto con l’elezione di Mattia (At 1,15-26) ne sono immagine eloquente. Pietro con gli Undici, sono già di per sé annuncio della risurrezione e della vittoria di Cristo sulla morte: quel corpo apostolico ferito e mancante, appare ora unito e con i segni della propria passione, del tradimento, della paura e della fuga. La Chiesa nascente è immagine del corpo di Gesù che non si è corrotto e sul quale la morte non ha avuto alcun potere, perché la missione affidata dal Risorto è così importante da ricomporre la comunità in unità.
Il primo atto pubblico di questo “corpo ecclesiale” è l’annuncio del cuore della fede: Gesù morto e risorto. Un annuncio, per bocca di Pietro, rivolto “con franchezza” (At 2,29) agli uditori, cioè senza girarci troppo intorno. Parresia, franchezza, in greco indica il dovere, ma anche il diritto, di dire la verità e comprende anche la sfera del coraggio, della libertà di esprimersi, della confidenza, audacia, fiducia.
Quanto abbiamo bisogno di parole così! Vere, nette, dirette, che bruciano e liberano allo stesso tempo. Parole che guariscono perché dette con lo scopo di liberare e promuovere la vita dell’altro, parole che sono passate sulla propria pelle e che ci hanno già “giudicato”, per cui possiamo rivolgerle senza secondi fini, con rispetto, comprensione ma soprattutto con verità, agli altri. Queste parole assumono autorità solo se ci sono passate dentro, solo se sono specchio dell’esperienza di conversione che è la nostra, come per Pietro e gli Undici. Allora esse producono il sentimento del pentimento nel cuore di chi ascolta: “Si sentirono trafiggere il cuore” (At 2,37). Un sentimento bellissimo che nasce dal dolore del male commesso con le proprie azioni.
Il pentimento è il segno di una coscienza che funziona e di un cuore che ritorna a battere in modo umano, ed è capace di mettersi in un cammino di responsabilità e di vera conversione. Sono questi i frutti della risurrezione di Gesù, la conversione e il perdono dei peccati, segno di un cuore guarito e di una vita che diventa di per sé testimonianza.


Qôl/call

“Stolti e lenti di cuore…” (Lc 24,13-35), sono le parole del Risorto rivolte con franchezza ai due di Emmaus. Parole capaci di riaccendere la scintilla della fede e mettere di nuovo in cammino. Quali sono le parole che mi fanno guarire e riaccendono la speranza?

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it