Commento alla prima Lettura della III Domenica del Tempo di Quaresima (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro dell’Èsodo (17,3-7)
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua;
il popolo mormorò contro Mosè e disse:
«Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi,
i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo:
«Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè:
«Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele.
Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’!
Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb;
tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele.
E chiamò quel luogo Massa e Merìba,
a causa della protesta degli Israeliti
e perché misero alla prova il Signore, dicendo:
«Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Siamo nel cammino del deserto con il popolo di Israele, un’ambientazione familiare per i giorni che stiamo vivendo, in cui il cammino quaresimale prima e la storia attuale, poi, ci hanno condotto. Basti guardare le nostre città! Il deserto è, nella Bibbia, un luogo dove si può incontrare Dio e anche qui succede. E anche per noi succede.
Il punto di partenza è quello della messa in discussione, da parte del popolo, della volontà di salvezza di Dio stesso: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi…?». L’evidenza di non trovare nel deserto l’acqua, che non mancava nel tempo della schiavitù, porta Israele a dubitare della bontà di Dio e Mosè a rivolgersi a Lui. Il Signore reagisce mettendosi davanti: due parole sole per descrivere il modo in cui Dio si fa presente quando chiediamo il suo aiuto come Mosè. Si mette davanti perché possiamo guardare il suo Volto e ricevere non solo acqua ma addirittura «una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna» (cf. Gv 4,14) come dice Gesù alla Samaritana nel Vangelo di questa domenica.
Qôl/call
Signore, tu che ci hai liberati da ogni schiavitù,
aiutaci a sentirci liberi e a rivolgere sempre e solo a te la nostra richiesta: «Dammi da bere».
sr. M. Francesca
frasca.mfrancesca@apostoline.it