10 Aprile 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA (Anno A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro della Gènesi (1,1 – 2,2)

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltìplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò: 
maschio e femmina li creò. 
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. 


Bereshit è la prima parola della Bibbia, e di questa prima lettura della Veglia Pasquale tratta dalla Genesi. È una parola carica di significato: inizia con la seconda lettera dell’alfabeto ebraico, la Beth, come per dire che la seconda lettera spetta all’uomo, che scrive, ma la prima spetta a Dio. L’uomo credente sa che “prima dell’inizio” c’è Dio. Bereshit, in principio, è la parola che dà il via a tutto il racconto biblico e la dimensione a cui sempre si può ritornare. È il «primo giorno» di Dio insieme all’uomo, che è creato da lui in un succedersi ordinato di giorni e di doni: la luce, il tempo, la natura…

La vita cristiana è un continuo Bereshit, una continua possibilità di ricominciare daccapo: quando non ci siamo piaciuti; quando abbiamo bisogno di novità; quando tutto sembra perduto… allora Dio rinnova il prodigio della creazione e fa di noi un “nuovo inizio”. Come successe alle donne del Vangelo di Matteo quando scoprirono che il sepolcro di Gesù era vuoto e che, quell’alba del «primo giorno della settimana» (Mt 28,1) sarebbe stata ricordata per sempre come il giorno in cui Dio, con il Figlio, ha dato vita a qualcosa di completamente nuovo: la Risurrezione. Che la gioia di quel “primo giorno” possa sempre risplendere in noi!


Qôl/call

Signore fa che crediamo, sempre,
che ci può essere una nuova creazione pronta per noi e la nostra vita. 

sr. M. Francesca
frasca.mfrancesca@apostoline.it