12 Giugno 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della Solennità del SS. Corpo e Sangue di Gesù (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del Deuteronòmio (8,2-3.14-16)

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio,
ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto,
per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore,
se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame,
poi ti ha nutrito di manna,
che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto,
per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane,
ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile;
che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso,
luogo di serpenti velenosi e di scorpioni,
terra assetata, senz’acqua;
che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima;
che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».


L’uomo vive di tutto quello che esce dalla bocca del Signore. E questo si comprende facendo tre esperienze dell’azione di Dio: essere messi alla prova – come si fa con l’oro che si prova col fuoco -, la prova sono le situazioni della vita, stare nelle relazioni, imparare dalle difficoltà; essere resi affamati, provare cioè sulla propria pelle i morsi della fame, della privazione che deriva da svuotarsi del superfluo e anche del necessario; essere nutriti di un cibo sconosciuto, tutte le volte che Dio interviene lì dove tutto era impossibile e ritroviamo l’essenziale della nostra vita, storia, identità. 

Sono esperienze spirituali che ci si rende conto di aver fatto alla fine di una fase, rileggendo un tratto di un cammino. Per Israele, come per noi, il nuovo di Dio è passato dal deserto dell’Esodo. Un deserto da attraversare e un cammino da ricordare, non come uno spauracchio, ma come luogo di grandi prodigi ricevuti in dono, non meritati, piuttosto inaspettati. 

Occorre ricordare per non lasciar cadere il dono e imparare a contemplare. La memoria è dono dello Spirito che si fa memoriale nell’Eucarestia, presenza reale del Signore e cibo sconosciuto dato in dono perenne (cf. Gv 6).


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“L’uomo non vive solo di pane”… di cosa vivo? Cosa sostanzia le mie giornate?

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it