10 Giugno 2023
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla Prima Lettura della Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del Deuteronomio (8,2-3.14b-16a)

2Mosè parlò al popolo dicendo: «Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e  metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. 3Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.

14Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; 15che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; 16che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».


Questo famoso testo del Deuteronomio è scandito da due verbi importanti che, per così dire, lo dividono in due momenti: «Ricordati» e «Non dimenticare». Mosè, che aveva guidato il popolo fuori dalla schiavitù dell’Egitto, riconosce Chi è il vero autore di ogni prodigio avvenuto: il Signore. In un crescendo, infatti, invita il popolo a ricordare «il cammino che il Signore ha fatto percorrere» e a non dimenticare «il Signore». L’oggetto grammaticale della frase passa dal cammino (v.2) al Signore (v.14), come per dire… “Ricordati di tutto il percorso che il tuo Dio ti ha fatto fare ma soprattutto non dimenticare il tuo Dio”.
Se nella scrittura il soggetto del verbo “ricordare” è spesso il Signore, perché è lui che sempre si ricorda dell’uomo, qui, invece, c’è una reciprocità e un invito alla responsabilità nel volgere lo sguardo alla propria storia benedetta dalla presenza di Dio. E cosa ha fatto il Signore per l’uomo? Fondamentalmente l’ha fatto camminare: uscire dall’Egitto, condotto nel deserto e lì, l’ha nutrito della manna e l’ha dissetato con l’acqua scaturita dalla roccia più dura e arida che in tutto il deserto poteva incontrarsi. Il Dio di Israele e di Gesù è un Dio che mette in movimento, che accompagna il cammino attraverso i deserti e le strettoie della vita con il dono della sua manna perché l’uomo, lungo la strada, impari a rimanere con lui e in lui (cfr. Gv 6,55). Cogliamo l’invito che il libro del Deuteronomio oggi ci fa a non dimenticare la nostra storia insieme a Dio, i nostri cammini fatti di uscite dalla schiavitù e di deserti, ma soprattutto a ricordarci che chi rimane e ci invita a “rimanere”, a essere saldi in lui è sempre il Signore.


Qôl/call

Facciamo memoria grata di tutto il cammino che il Signore ci ha fatto percorrere insieme a lui. Quali le tappe più importanti della nostra fede? I prodigi… la liberazione… il tempo del deserto…

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it