16 Febbraio 2023
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla Prima Lettura della VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del Levitico (19,1-2.17-18)

1Il Signore parlò a Mosè e disse: 2«Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
17Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. 18Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”».


Che queste del Levitico siano parole solenni lo dicono l’apertura e la chiusura di questi pochi versetti. Per tre volte è ripetuto il nome di Dio, il Signore, Adonai, Colui che Israele aveva imparato a conoscere attraverso Mosè: «Io il Signore sono santo (v.2)… Io sono il Signore (v.18)».

Basterebbe questo ad alimentare la nostra preghiera di oggi. Sapere che quello che stiamo leggendo è “incorniciato” dalla santità di Dio, una caratteristica di cui Dio non è geloso e di cui non ha l’esclusiva, visto che la condivide con l’uomo. Santo è Dio perché è distinto da tutto il resto che non è Dio, per esempio da tutte le divinità pagane e da tutti gli idoli da cui sempre Israele è affascinato.

Santi siamo noi se ci lasciamo coinvolgere dall’amore per il fratello. Siamo santi, come Dio è santo, se rimaniamo separati e distinti dall’odio e della vendetta, dall’indifferenza verso “i figli del nostro popolo”: come “un altro te stesso” va considerato chiunque incroci la tua strada.

Capiamo come questo invito chiave della fede di Israele e della nostra spalanchi le porte del tempio per arrivare alla vita quotidiana, alle questioni tra fratelli che avvengono nel lavoro, nelle comunità, nelle famiglie…

Quando alle origini del mondo, Dio creò l’uomo fece due atti fondamentali: lo creò a sua immagine e somiglianza e non lo creò solo (cfr. Gen 1-2). Per somigliare a Dio e essere santi come lui non dobbiamo, allora, vivere come se fossimo soli dobbiamo accorgerci degli altri e arrivare ad amarli, persino qualora si dimostrassero nostri nemici. Questa è l’aggiunta di Gesù!


Qôl/call

Siate santi come io sono santo… Ripetiamo questo invito nella preghiera di oggi e lasciamo che queste parole leggano la nostra vita per illuminare la nostra storia ma anche il nostro presente di santità. Scegliamo una parola della Sacra Scrittura che ci aiuti a viverlo!

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it