25 Novembre 2022
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla Prima Lettura della I DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaia (2,1-5)

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette
in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli,
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.


La conclusione dell’anno liturgico ci fa sognare un «compimento» per la storia. Isaia se lo immagina come un grande pellegrinaggio in cui i popoli e Israele si riverseranno sul monte del Signore come tanti mari che fremeranno sotto di esso. Non necessariamente sarà un giorno lontano ma sarà un giorno che arriverà “in coda” agli altri: alla lettera l’espressione «alla fine dei giorni», può essere tradotta dall’ebraico con «sul retro dei giorni».
Nella concezione ebraica è infatti il passato ad essere davanti e il futuro ad essere dietro, alle spalle, perché è in base alla memoria e alla storia che si cammina mentre il futuro resta incerto perché non lo si conosce.
«Sul retro dei giorni» significa, allora, che ce ne sono stati altri in cui il profeta, in base alla propria esperienza, ha sentito così forte l’attrazione della luce del Signore (Is 2,5) da pensare che sarà così per tutti, anche per chi al momento non crede nel Dio di Israele.
Tutti cammineranno verso di Lui in un futuro prossimo o lontano, perché il tempio del Signore diventerà il luogo al quale non si potrà resistere.

Ci vuole una grande dose di speranza per credere che il giorno che abbiamo alle spalle, quello che non conosciamo, che arriverà sul «retro degli altri», sarà un giorno in cui non si imparerà più l’arte della guerra, nemmeno nelle nostre relazioni personali. Un giorno in cui tutti spereremo e desidereremo solo Dio.
È bello prepararsi al nuovo anno così!


Qôl/call

«Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (Mt 24,42). Come immagini il giorno del Signore che verrà? Qual è la tua speranza legata ad esso? Lasciati incontrare da un versetto o un brano della Parola di Dio che ti aiuti a descriverlo.

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it