10 Novembre 2023
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla Prima Lettura della XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro della Sapienza (6,12-16)

La sapienza è splendida e non sfiorisce,
facilmente si lascia vedere da coloro che la amano
e si lascia trovare da quelli che la cercano.
Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta,
chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni;
poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei,
appare loro benevola per le strade
e in ogni progetto va loro incontro.


Alla Sapienza biblica è dedicato un intero libro dell’Antico Testamento. Sappiamo che è uno dei sette doni dello Spirito di Dio: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore» (Is 11,1-2). È il dono che lo stesso Salomone, terzo re di Israele, chiese in dono a Dio per essere un buon governante e discernere il bene dal male e saper governare con giustizia (1Re 3,9). Come un dono gratuito che ci precede e previene è descritta in queste pagine. È raffigurata come una figura femminile sempre giovane che è nel pieno della sua bellezza per la quale si ha piacere di vegliare e, in generale di perdere ore di sonno.

Per sapienza, nella mentalità ebraica che è sottostante questo testo, si intende qualcosa di molto concreto, lontano dalla sola comprensione intellettuale. Se sapiente è colui che “conosce” allora dobbiamo guardare l’etimologia del verbo. Conoscere nella lingua ebraica si dice jada’ che ha la stessa radice del sostantivo jad “mano”. Conosco nel senso quindi che so perché “ho toccato con mano”, ho fatto esperienza. Chi è quindi che riceve in dono la Sapienza? Chi ha fatto esperienza di Dio nella sua vita. Sapiente è colui che ha assunto il “gusto” di Dio e che è abituato al suo “sapore” perché è in intimità con Lui e con le sue Parole. La bella notizia è che, stando alle parole della Pirma Lettura di oggi, non bisogna fare grandi sforzi per “camminare con lei”, basta solo lasciarsi raggiungere.


Qôl/call

Come olio profumato che alimenta la luce dell’attesa di Dio è la sapienza (cfr. Vangelo della Liturgia di oggi). Un olio che chi vuole gustare la bellezza dell’incontro dello sposo non si fa mancare. Quale olio “alimenta di Luce” la mia vita in questo momento?

Sr. M.Francesca

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it