Commento alla prima Lettura della VI Domenica di Pasqua (ANNO B)
a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dagli Atti degli Apostoli (10,25-27.34-35.44-48)
Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare (nella casa di Cornelio), questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: «Chi può impedireche siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.
La Bibbia non nasconde che Dio fa delle preferenze. Preferisce Abele a Caino (Gen 4), Giacobbe il truffatore al primogenito Esaù (Gen 25ss), Davide il ragazzo che pascola il gregge ai suoi giganteschi fratelli più versati di lui nelle armi (1Sam 16). Dio preferisce Israele rispetto agli altri popoli, lo ha scelto perché lo ama, e l’amore, si sa, preferisce.
Ma questo Dio che preferisce qualcuno invece di un altro, non ci lascia tranquilli: ci fa arrabbiare, anzi, che ci siano dei “figli preferiti” e altri meno considerati.
Questa lettura tratta da Atti 10 ci permette di fare luce sul significato della preferenza di Dio per un popolo, per una persona.
Pietro si accorge di quello che Dio sta operando tra le nazioni, ed è per lui motivo di grande conversione. Lo Spirito attiva in Pietro un profondo cambiamento nella mentalità, dapprima con il grande segno della tovaglia piena di ogni tipo di animali, poi con la parola del Signore che gli dice: «Ciò che Dio ha purificato tu non chiamarlo profano» (At 10,15). In seguito, in casa di Cornelio, con il riconoscere il dono dello Spirito e il non impedire il battesimo.
«Dio non fa preferenza di persone»: la grandezza di Pietro sta qui, lui che non fa della sua esperienza cristiana il termine di paragone di ogni esperienza, ma riconosce che essa è sempre dono gratuito, qui autenticamente manifestato dalle scelte di vita e di conversione di Cornelio e della sua famiglia, che temono Dio e praticano la giustizia (vv. 34-35).
La preferenza di Dio, quindi, non viene annullata. L’amore non è mai generico, esprime sempre una scelta e una predilezione: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi… Vi ho chiamati amici!», dice Gesù(Cf Gv 15,15-16). Ma è proprio questo che rivela la pedagogia sapiente dell’azione di Dio: tu, Israele, sei stato preferito perché ti possa accorgere che, come Dio ha fatto con te, così egli prepara e sceglie chi vuole e quando vuole, per accoglierlo senza nessuna parzialità nella Comunione divina. Tu, che hai sperimentato sulla tua pelle la preferenza di Dio, hai tutte le categorie per riconoscerla negli altri, esprimerla e annunciarla. E anche per agire di conseguenza …Chi può impedire l’azione di Dio che vuole riempire d’amore ogni persona?
Qôl/call
«Tu sei infatti un popolo consacrato al Signore, tuo Dio, e il Signore ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra» (Dt 14,2), e quindi sei abilitato a renderti conto dell’azione di Dio, che non è riservata solo a te, ma è per tutti e da annunciare a tutti.
sr. Letizia
molesti.l@apostoline.it