22 Maggio 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della Solennità dell’Ascensione del Signore (Anno A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro degli Atti degli Apostoli (1,1 – 11)

Nel primo racconto, o Teòfilo,
ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò
dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove,
durante quaranta giorni, apparendo loro
e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio.
Mentre si trovava a tavola con essi,
ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme,
ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre,
«quella – disse – che voi avete udito da me:
Giovanni battezzò con acqua, voi invece,
tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano:
«Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?».
Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi
o momenti che il Padre ha riservato al suo potere,
ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi,
e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano,
fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.
Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava,
quand’ecco due uomini in bianche vesti
si presentarono a loro e dissero:
«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?
Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo,
verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».


I distacchi, si sa, sono sempre difficili da vivere. La festa dell’Ascensione si inserisce, quest’anno, in un clima di “distanziamento sociale” e dopo giorni trascorsi a non poterci abbracciare o ritrovare. Leggendo questo brano degli Atti sembra che anche Gesù decida di stare lontano da noi! 

Questo pensiero, a volte, compare come un’ombra sopra e dentro di noi: simile a quella nube che nasconde Gesù alla vista degli apostoli che lo avevano amato e seguito. Questo simbolo descrive bene il modo in cui, a volte, sentiamo Dio: nascosto e lontano. Un Dio che non si lascia incontrare e se ne va lasciandoci con i nostri problemi (quelli degli apostoli riguardavano la situazione politica del Regno di Israele). Di un Dio così abbiamo tutto il diritto di essere stanchi. Di un Dio così… Ma il Dio di Gesù e Dio nostro è così? La festa dell’Ascensione è la celebrazione liturgica del distacco?

San Luca negli Atti non ci dice così. Dice che Gesù se ne va promettendo il suo Spirito che verrà (ed è già venuto nel nostro battesimo) a dare forza per ricordare e vivere ancora il Vangelo. In questo modo Gesù rimane come la vite a cui noi tralci siamo attaccati e da cui non possiamo essere separati, come non possiamo esserlo da coloro che ci amano nemmeno se la distanza fisica ci tiene lontani. Gesù promette e mantiene quello che ci dice il Vangelo di Matteo: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).


Qôl/call

Chiedo al Signore il desiderio di non essere lontana da Lui grazie al dono dello Spirito… per me e per tutti quelli che amo.

sr. M. Francesca
frasca.mfrancesca@apostoline.it