2 Aprile 2021
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della VEGLIA PASQUALE (ANNO B) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro dell’Esodo (14,15-15,1)

In quei giorni: il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri». L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro. Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare…


Quando Israele uscì dall’Egitto vide la gloria del Signore camminare insieme a lui (Es 14,17-18) e si rese conto che il Salvatore è uno.
Come descrivere quella luce e quella presenza decisiva, per passare il mare, se non con il termine GLORIA che in ebraico significa «peso» (dal sostantivo kāḇôḏ)?
Solo il Signore aveva avuto in quella notte di salvezza un’importanza tale da «pesare» nella vita del popolo. Fu il Signore che rimase sveglio a vegliare finché l’ultimo dei suoi figli non passò, solo allora diede l’ordine di richiudere le acque. Fu lo stesso Signore, molti anni dopo, nel silenzio di una notte, a vegliare il corpo del Figlio ridonandogli vita.
Se c’è un passaggio (Pasqua, in ebraico Pesaḥ, significa anche «passare» e la festa ricorda questo episodio) che questa notte, madre di tutte le notti, ci chiede è proprio quello di non cercare “salvatori sostitutivi” ai quali affidarci: solo il Signore, Dio di Gesù e Dio nostro, può salvarci lasciandoci liberi di camminare da soli. Solo il Signore «pesa», è presente, ci guida e nello stesso tempo ci lascia leggeri, perché liberi.

Leggero è il cuore, come quello di Israele che si apre al canto. Leggeri sono i pensieri perché è lui che li custodisce. Nelle notti della nostra vita «non si addormenta il nostro custode» (Sal 121) e ci fa luce con la sua colonna di fuoco perché non perdiamo la speranza, perché non ci scoraggiamo quando ci sentiamo “inseguiti” dal nostro nemico di turno, sottoforma di circostanze avverse, situazioni o relazioni difficili, sfiducia nella possibilità di farcela. Chi crede nel Signore sa che i sepolcri sono vuoti!


Qôl/call

Ricordaci del tuo Figlio Gesù che è Risorto, Signore, ogni volta che la morte ci sembrerà l’unica compagna di viaggio e fa’ che la tua presenza nella nostra vita ci porti «timore e gioia grande» (Mt 28,8)

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it