30 Dicembre 2022
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio,
a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro dei Numeri (6,22-27)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

La benedizione scende a cascata sul popolo: dal Signore che parla a Mosè; Mosè a Aronne e i suoi figli; Aronne e i suoi figli agli Israeliti. La benedizione proviene dal Signore e accresce sempre la vita, la qualità delle relazioni che viviamo, le possibilità di vita intorno e dentro di noi, in termini materiali e spirituali.
Come la parola di Dio raggiunge il popolo attraverso la mediazione del profeta, così la benedizione del Signore raggiunge i figli d’Israele attraverso il sacerdote. Il Signore richiede sempre la partecipazione dell’uomo alla sua opera e questa è già una prima bella notizia con la quale inaugurare l’anno nuovo.

“Ti benedica il Signore e ti custodisca”, in qualsiasi condizione tu ti trovi. Ricordarsi di questo, anche nella prova, aiuta a sopportare le avversità e a fare affidamento su di Lui che, dice la Bibbia, custodisce coloro che seguono le sue vie, fa giustizia agli orfani e alle vedove, dà allo straniero pane e vestito (Cf Dt 10,17-18).
“Faccia risplendere i suoi volti verso di te il Signore e ti dia grazia”. La seconda benedizione parla dei “volti” del Signore.
«Panim (che in ebraico significa volti), è in effetti una parola che ha solo il plurale. Così come un essere umano ha tanti volti, per esempio nelle diverse età della sua vita, a maggior ragione ha diversi volti il Signore, un’infinità di volti. La luce del volto fa riferimento alla Torah, come dice il salmo: Lampada per i miei passi è la tua parola e luce sul mio cammino (Sal 119,105)»*.
“Elevi il Signore i suoi volti su di te e metta a te pace”. La terza benedizione raggiunge il culmine con la promessa della pace, shalom, che indica una completezza e pienezza di vita. La pace è sempre il bene più grande da custodire, promuovere e invocare per tutti.
Queste parole sono una poesia, da imparare e ripetere: ripetere a se stessi e agli altri più e più volte. La luce sul volto e la pace nel cuore sono segno della grazia di Dio all’opera nella nostra vita, quella “grazia e verità” (Gv 1,17) che altro non sono se non la presenza del Figlio di Dio in noi e nel mondo attraverso il mistero dell’Incarnazione. È Lui la benedizione di Dio data all’umanità e accolta per prima da Maria, la Madre di Dio, la creatura più bella colmata di luce che si irradia su ciascuno.


Qôl/call

Continuiamo la cascata di benedizioni chiedendo al Signore il dono di una parola di augurio autentica da dire alle persone con cui viviamo e che ci stanno accanto quotidianamente.

*(G. Coen, “La benedizione sacerdotale(Nm 6,22-27)”, da M. Cassuto Morselli – G. Michelini (edd.), La Bibbia dell’Amicizia, San Paolo 2019, 297ss).

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it