ENRICO DI CASTIGLIA SENATORE DI ROMA (1267-1268)
Diplomazia, guerra e propaganda tra il comune di "popolo" e la corte papale
Enrico di Castiglia è un caso emblematico di cavaliere e principe alla ricerca di una signoria. Dopo aver guidato senza successo una ribellione nobiliare contro il celebre fratello Alfonso X el Sabio (1252-1284) re di Castiglia, prese la via dell’esilio. Barcellona, Londra e Tunisi furono le mete dei suoi viaggi. In Africa guadagnò grandi onori e ricchezze combattendo con i suoi cavalieri al servizio del sultano di Tunisi, che nel 1258 si era proclamato califfo. Venuto a sapere della spedizione angioina volta alla conquista del regno di Sicilia, il principe castigliano prestò la somma di 40.000 once d’oro a Carlo d’Angiò chiedendo come interesse in caso di vittoria la concessione di una signoria. La vittoria angioina di Benevento tuttavia lo lasciò a mani vuote e, dopo alcuni incontri, infruttuosi, con il papa e con Carlo d’Angiò, Enrico accettò l’elezione a senatore di Roma. Governò il comune capitolino sostenendo il “popolo” contro le aspirazioni nobiliari e angioine. Sottomise all’autorità comunale diversi centri del Patrimonium Beati Petri con la diplomazia o con la forza delle armi. Nel 1267 si schierò dalla parte di Corradino che scendeva in Italia per reclamare l’eredità paterna del regno di Sicilia, e utilizzò l’arma della propaganda politica (poesia di argomento politico, cerimonie pubbliche, laudes regiae) per sostenere la sua causa, denigrare Carlo d’Angiò e trovare nuovi alleati. Nel frattempo anche la corte papale metteva in atto una propaganda contraria al principe Enrico e favorevole a Carlo d’Angiò, in particolare con i sermoni del cardinale francese Odo da Châteauroux, che dipingeva Enrico di Castiglia, Corradino e il sultano di Babilonia come i tre spiriti immondi dell’Apocalisse e presentava invece il fratello del re di Francia come campione e difensore della Chiesa e del popolo cristiano. I due piani si intersecano in occasione della battaglia di Tagliacozzo presentata dalla propaganda di Enrico come una facile vittoria per Corradino e tutti coloro che avessero militato sotto le sue bandiere, e vissuta invece momento per momento dal cardinale francese a causa delle notizie, ora cattive, poi confuse e infine buone, che man mano arrivavano alla corte papale. Giustiziato Corradino nella pubblica piazza, Enrico fu condannato all’ergastolo. Dopo 23 anni di prigionia verrà liberato da Carlo II lo Zoppo e, tornato prima a Tunisi e poi in patria, divenne principe-reggente al trono di Castiglia-Leon per il nipotino Fernando IV.
Informazioni utili
- Scaffale: Scaffale Francescano,
- Tag: Medioevo, Francescani,
- Destinatari: Studiosi del Medioevo,
- Autore: Demontis Luca,
- Pagine: 218
- Prezzo: € 24
- ISBN: 9788872571019
- Collana: Medioevo 28
- Editore: Antonianum
- Anno: 2017