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Paolo Martinelli – Convegno Nazionale Vocazioni 2022
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La parola vocazione
La pastorale vocazionale è cuore di tutta la pastorale. Vocazione alla vita è vocazione a seguire Cristo in una decisione “per sempre”. La cultura del provvisorio trattiene la libertà da decisioni definitive preferendo scelte sempre revocabili. La vocazione non è un copione già scritto, né l’improvvisazione teatrale senza traccia. Dio non ci chiama ad essere servi ma amici. Le nostre scelte concorrono al suo progetto d’amore.
Vocazione e libertà
Il concetto moderno di libertà non tollera una tutela esterna. L’uomo che può manipolare la materia, legge nella parola “vocazione” qualcosa di impertinente. Una pretesa di autoderminazione che però vede già nell’esperienza il fatto che noi “non siamo padroni in casa nostra”: facciamo i conti con il limite, finitudine, con l’essere creature mortali…
Christus vivit
La tua vocazione non consiste nelle attività che devi fare, ma si esprime in esse. È una direzione di servizio che orienterà molti sforzi. Non mi indicherà tempi e luoghi dettagliati, ma ci sarà un orientamento per la mia vita che egli deve indicarmi perché è mio Creatore, mio Vasaio, ed io ho bisogno di ascoltare la sua voce per lasciarmi plasmare e portare da Lui.
La vocazione è un cammino di libertà
La vocazione è una relazione tra Dio e la persona in un contesto di relazioni con la gente. La vocazione chiede cose da fare ma non è una cosa da fare. È una prospettiva totalizzante, di senso alla vita, in cui trovano significato anche le cose che facciamo.
Il mistero della chiamata non ha origine in una scelta privata, solitaria, ma è una iniziativa di Dio che interpella la libertà della persona. La nostra libertà non è autoreferenziale, si compie nel rischiarla.
La vita come vocazione: antropologicamente e cristologicamente
La vita è vocazione perché la realtà è pro-vocazione, la vita coincide con la propria storia segnata da eventi che ne plasmano il volto. La vocazione non è storia scritta altrove a cui piegarsi, ma un intreccio indeducibile tra la mia libertà e quella di Dio. La libertà è molto di più che l’autodeterminazione solitaria di ciascuno di noi. È l’energia, cuore inquieto che non riposa finché non arriva al cuore stesso di Dio. Senza libertà non può esserci vocazione. Attraverso la carne del fratello la parola di Dio ci provoca in una logica di servizio e di amore.
Di fronte alla domanda vocazionale per eccellenza: “chi sono io? Che cosa ci faccio al mondo?”, l’incontro con Cristo rivela che ciascuno è chiamato ad essere unico, irripetibile, perché siamo figli e non fotocopie. La vocazione è scoprire la propria originalità dentro il disegno che Dio ha su ciascuno.
Il senso delle diverse forme vocazionali e la loro circolarità
Unica è la vocazione all’amore, allora come comprendere le varie forme vocazionali? Non è questione di privilegio… non è neanche livellamento, ma reciprocità: ciascuna forma è essenziale per l’altra. Gesù è la forma di tutte le varie forme di vita vocazionali.