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Paolo Bizzeti – Convegno Nazionale Vocazioni 2022


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Un’identità va costruita, ci sono dei dati di base, c’è la nostra storia… e questo è il primo aspetto della storia di una vocazione: prendere coscienza che abbiamo una storia alle spalle. E questa storia passata chiede di continuare, con ciascuno di noi e in ciascuno di noi…

Scrivendo la propria storia si capisce dove andare… La vocazione sta scritta dentro di noi, dentro i nostri desideri, aspirazioni, gusti, dentro quello che abbiamo sperimentato e costruito in quel momento e che chiede di essere interpretato…
La vocazione non è altro che interpretare al meglio se stessi, non in un senso autocentrato, ma tenendo conto del fatto che intorno a me, dentro di me, dopo di me, c’è una storia più grande.
E allora si passa dalla storia personale al momento storico che stiamo vivendo: il Signore ci ha fatti creativi e ci chiede di incarnarci nell’oggi, ci chiede di essere oggi noi gli interpreti di quel patrimonio che lo Spirito Santo ci consegna e che è appunto qualcosa che non riguarda solo noi personalmente, ma riguarda tutto il nostro contesto.
Prendere coscienza di dove siamo, a quale svolta della storia siamo… oggi in modo particolare siamo ad un trapasso epocale. Un giovane, o anche una persona adulta, o capisce in quale mondo stiamo vivendo, quali sfide, quali sono le attese, i bisogni, e vedere cosa lui può portare come contributo, oppure rischia di crearsi un mondo parallelo.

Caro giovane, guardati intorno: di cosa ha bisogno questa società, questo mondo, gli uomini e le donne di questo mondo , i tuoi coetanei? Di cosa hanno bisogno soprattutto i poveri, quelli che non hanno voce? Di cosa ha bisogno la chiesa?

La storia non è qualcosa di fatalistico, che accade, e nemmeno quella che faccio semplicemente io, la mia storia, ma è qualcosa che costruisco insieme con il Signore, insieme con gli altri, dove io sono chiamato a rispondere…

La vocazione è una risposta a Dio, certo, ma anche una risposta agli uomini del nostro tempo.