TORRI CROLLANTI

comunicazione media e nuovi terrorismi dopo l`11 settembre

Dopo un decennio di “sciopero degli eventi”, un trauma di portata enorme, carico di conseguenze nella vita di tutti, bussa prepotentemente alle porte della storia, sollecitando interrogativi, riflessioni, dibattiti, ed un’amara constatazione: non siamo stati in grado di prevedere quanto è accaduto. I clamorosi attentati dell’11 settembre sono stati davvero il più grande spettacolo del mondo, come ha sostenuto Umberto Eco? Dimostrando una notevole conoscenza delle logiche dei media, il nuovo terrorismo non voleva soltanto colpire le Twin Towers, ma soprattutto le nostre coscienze, i nostri pensieri, mettendo in discussione la nostra stessa sopravvivenza. In una società mondializzata attraverso le reti comunicative, il conflitto diventa tutt’uno con la sua rappresentazione, prevedendo un’accorta gestione degli spazi e dei luoghi delle comunicazioni di massa, delle modalità attraverso le quali si tenta di rovesciare l’inferiorità militare attraverso un’aggressione feroce dello spazio simbolico degli “antagonisti”.

Lo studio di Bradley S. Greenberg sulla comunicazione dopo l’assassinio di John Kennedy si è rivelato un classico cui ispirarsi, consegnandoci straordinarie coincidenze e una lezione sorprendentemente attuale. È per questi motivi che nasce questo libro: tentare di dare, attraverso la ricerca sull’11 settembre e sulla guerra in Afghanistan, una risposta a caldo al “come” gli attori sociali abbiano condiviso la comunicazione di questi eventi e come si siano rapportati ad essa, tentando di offrire, con i saggi monotematici contenuti nel volume, ulteriori elementi di approfondimento in grado di connettere l’accaduto al contesto in cui esso si è svolto.

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