Nel regno di Dio la contabilità è del tutto diversa da quella degli uomini. In questo mondo è mio quello che ho, nel mondo di Dio è mio quello che dono.

Scoprire la propria strada è far emergere ciò che ciascuno ha di unico … Questo emergere di sé è frutto di un lungo lavoro svolto su di sé, è l’uscita dal proprio bozzolo.

Non c’è vera vita senza ricerca del vero volto di noi stessi, del volto profondo, trascendente; non c’è vera vita senza il rifiuto della maschera che ci è stata imposta.

Occorre “vegliare” per vedere ciò che nasce. Essere pronti a stupirsi. Pronti a meravigliarsi. Pronti a cantare. Pronti a danzare di gioia davanti al mondo che sorge dalle acque.

Prendere coscienza della vocazione riempie di stupore: scoprirsi amati, interpellati dall’Amore: “Perché io?”… “Dio ha guardato l’umiltà della sua serva”.