sr. Nazarena
Sr. Nazarena (Maria De Luca) e Sr. Maddalena (Giuliana Verani), entrambe romane e impegnate da anni nella redazione della rivista SE VUOI, sono tra le prime Apostoline. L’8 settembre 1984 hanno celebrato il 25° della loro professione religiosa. Ci diranno qualcosa del loro cammino, l’incontro con il fondatore, la loro decisione, alcuni pensieri e sentimenti che predominano oggi in loro.
“E tutto mi sa di miracolo”
Queste parole di Quasimodo esprimono bene ciò che sento. Non è facile comunicare ciò che si vive in profondità, “dire” l’incontro decisivo della propria vita, da cui nasce il dialogo (amore) che ci tiene vivi e nella pace, malgrado tutto.
In 25 anni, c’è il tempo per l’alternarsi di tutte le stagioni! E ognuna lascia frutti, ferite, insegnamenti… anche se riusciamo poco a farne tesoro.
So che voi seguite con molto interesse le Testimonianze e non vi aspettate in queste pagine degli articoli, ma piuttosto che qualcuno vi lasci entrare seppure brevemente nella “sua casa” con spontaneità, come fra amici. Per questo provo volentieri a dire qualcosa di quanto mi riguarda.
Avevo fatto l’Istituto tecnico, mi piaceva architettura e, pur non studiandola direttamente, credo che in seguito avrei aiutato in questo campo la persona che allora m’interessava. Avevo circa 20 anni, e non pensavo alla vita religiosa, quando il Signore nella sua bontà ha voluto mettere sulla mia strada alcuni “suoi amici” (una sorella, un’amica, un monaco): è stato determinante perché io potessi scoprire quello che Lui mi chiedeva. Nella loro vita “donata”, ho intravisto la gratuità, la serietà, la bellezza d’un sí definitivo a Dio e perciò ai fratelli; ho intravisto una possibilità nuova di VIVERE, quella che andavo cercando, e che in un certo senso non sarebbe cambiata per l’eternità.
L’incontro con don Alberione, poi, fu decisivo. Un fondatore, una guida sicura! E fu un incalzare di scoperte e prospettive: consacrare tutto a Dio, aiutare i giovani a comprendere e a vivere la loro vocazione; aiutare tutti a scoprire che la nostra vita è una chiamata del Padre, un dono prezioso da mettere a servizio gli uni degli altri; aiutare in ogni modo possibile a rispondere con fedeltà…
M’è sembrato, allora come oggi, un campo aperto che non finisce mai. Ebbi subito, ed ho ancora oggi, la percezione che il mio contributo sarebbe stato minimo, ma era tutto quello che avevo a disposizione…
Anche un certo modo diverso, nuovo, più semplice direi, di poter essere suora, di vivere la comunità, mi confermò che questa era la mia via. Insomma, compresi che non avrei potuto trovare nient’altro di meglio da fare, cioè da vivere! “È proprio una creazione nuova, una vocazione nuova la vostra. Ci vuole una coscienza e una sapienza vocazionale, che può venire solamente dallo Spirito di Dio…”, ci ripeteva in vari modi don Alberione. La sua vita era piena di Dio e non desiderava altro che comunicarLo. “Quante siete alla Teti (ora SIP) dove lavori?” m’aveva chiesto un giorno. “Circa 500 ragazze”, gli avevo risposto. E lui: “Quante vocazioni!…”. Nella sua espressione pensosa e profonda, che poi tante volte ritrovai, avevo letto: Vuoi aiutarmi anche tu a fare qualcosa per i giovani, qualcosa che veramente vale?…
Anche momenti duri e difficili ci sono stati; ma ho sentito sempre forte la paternità di Dio, e anche la gioia d’avere tanti fratelli, con cui spartire i Suoi doni, quelli che creano la vera amicizia.
Essere tra le prime di un istituto è un dono e una responsabilità. Ma questo lo progetta Lui. Credo che la mia persona e la mia comunità sono nelle Sue mani, e questo è motivo di pace.
Certo, tutto poteva essere vissuto meglio! Ma sono anche certa che il Signore nel suo amore, come ha chiamato me e le Apostoline di oggi, può chiamare tante altre, come vorrà… Io non finirò mai di ringraziarLo, e d’indicare come potrò le “sue vie”. Nella povertà, anche questa rientra nel piano di Dio: più diveniamo consapevoli d’essere poveri, più ci rendiamo conto che quello che siamo e abbiamo è da condividere.
Anche da voi, dai vostri scritti, ho ricevuto tanto! Proprio ultimamente, leggendo alcune poesie un po’ enigmatiche arrivate alla rivista SE VUOI, di un ragazzo ex-drogato, m’ha colpito un pensiero: “Le Tue vie sono luce”, mi viene soltanto da aggiungere: “Solo gli umili vi camminano”. Su queste vie di luce speriamo di camminare sempre.
sr. Nazarena
SE VUOI n.5/1984