sr Maddalena

Sr. Maddalena (Giuliana Verani) e sr. Nazarena (Maria De Luca), entrambe romane e impegnate da anni nella redazione della rivista SE VUOI, sono tra le prime Apostoline. L’8 settembre 1984 hanno celebrato il 25° della loro professione religiosa. Ci diranno qualcosa del loro cammino, l’incontro con il fondatore, la loro decisione, alcuni pensieri e sentimenti che predominano oggi in loro.

 

25 anni di vita religiosa

Quando ci penso, lo scorrere del tempo mi dá una duplice sensazione di accorciamento e di dilatazione. Da un lato mi sembra “ieri” quando ho incontrato per la prima volta Don Alberione, dall’altro mi sembra che sia trascorso “tanto” tempo.

L’incontro con Don Alberione – che mi ha dato subito l’impressione dell’ “uomo di Dio” -, è stato determinante per la mia vita: avevo sedici anni, e sentivo, anche se piuttosto confusamente, il desiderio di consacrarmi totalmente a Cristo Signore. Lo Spirito ha fatto luce in me appunto attraverso Don Alberione, che mi ha invitato ad entrare nella nascente congregazione delle Suore Apostoline. Che dire della mia decisione personale? Dopo la lotta interiore per lasciare quel “tutto” che Gesù richiede nel Vangelo, una grande pace, anche se poi ho dovuto aspettare due anni per realizzare la mia decisione, per varie difficoltà familiari, non ultima l’energica opposizione di mio padre.

Poi la vita religiosa, tanto desiderata, non è stato un cammino sempre facile, difficoltà ne ho incontrate. E perché non avrei dovuto averne, dal momento che la vita non è facile per nessuno, se la si prende sul serio? La fede è stata per me come un’amica fedele, come una luce che illumina e rischiara il cammino, e che tuttavia lascia la fatica di un passo dopo l’altro. A somiglianza di Abramo, che contava le stelle in attesa delle promesse di Dio. C’è stata anche la gioia, quella che viene quando il Signore ci dona di veder fiorire i semi gettati; e soprattutto la gioia di appartenerGli esclusivamente, che non é certo per nostro merito personale, ma solo per il suo amore gratuito.

I pensieri e i sentimenti che affiorano sono molti, ma su tutti emerge viva un’immagine che in qualche modo li riassume: quando s’incontra Dio nella propria vita, è un po’ come per quegli alberi che a volte il sole illumina, quasi trapassandoli; il tronco resta, nodoso e coperto di scorza, ma la luce lo trasfigura. Con una differenza non indifferente: che la luce di Dio ti trapassa, ma tu corri il rischio, tutt’altro che irreale, di non lasciarti trasfigurare.

E accanto a questa immagine, nasce spontaneo il GRAZIE. A Dio, per tutto, ma specialmente per la gratuità del suo amore e per l’inesauribile bontà con cui segue sempre il mio cammino; alle persone, genitori, amici, e in particolare le sorelle con cui condivido la vita, per tante cose che è impossibile enumerare, ma soprattutto perché mi accolgono nella mia piccolezza e povertà.

Questo grazie guarda al passato con fiducia nel Dio della misericordia, che brucia nel fuoco del suo amore i nostri peccati e sa scrivere diritto anche sulle righe storte dei nostri sbagli; e si proietta nel futuro con la ferma speranza che Egli continuerà a guidarmi per mano, anche se con sorprendente imprevedibilità, nella “sue” vie, spesso tanto diverse dalle “mie”. E questo grazie diventa anche rinnovato impegno nella nostra missione di Apostoline: il servizio vocazionale, perché ogni uomo abbia vivo il senso della propria vita e prenda sempre più coscienza di quello che è realmente: un “chiamato di Gesù Cristo”, per vivere la specifica vocazione che Dio gli dona.

sr. Maddalena
SE VUOI n.5/1984