san GIUSEPPE (passo 14)
Essere padri significa introdurre il figlio
Patris Corde, Papa Francesco
all’esperienza della vita, alla realtà.
Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo,
ma renderlo capace di scelte, di libertà, di partenze.
La figura di san Giuseppe narra alla nostra storia vocazionale la vicenda di un uomo che, intento a modellare e piallare il legno nella sua falegnameria, accetta, non senza fatica e dubbi, che la sua vita venga modellata e levigata a sua volta dalla chiamata a “prendersi cura” di una storia non immediatamente sua.
Una storia che lo precede e lo supera ma che gli viene chiesto di portare sulle sue spalle di uomo, marito, padre.
Chiamata alla quale risponde in prima persona, prendendo sul serio il presente che è affidato alle sue mani, perché anche grazie alle sue mani ne venga fuori un’opera d’arte… Dio fatto uomo!
Quel “piccolo Dio” che Giuseppe ha la responsabilità di far crescere, introdurre alla fatica della vita quotidiana per poi lasciarlo andare, accettando che faccia il suo percorso di vita, accettando che Gesù si dedichi “alle cose del Padre suo”.
Accettando che la sua storia sia una storia di sofferenza, incompresione, poche parole… ma tanto amore.
Come ogni storia vocazionale. Perché cos’è la vocazione se non una storia d’amore che per amore accetta qualunque cosa!?