I LAICI NELLA FAMIGLIA PAOLINA PER LA MISSIONE LE SFIDE ALL’EVANGELIZZAZIONE IN TEMPO DI PANDEMIA
Cari fratelli e sorelle della Famiglia Paolina,
a conclusione del 38° incontro dei Governi Generali, vi raggiungiamo per condividere qualcosa della ricchezza ricevuta in queste giornate[1]. Grazie proprio al distanziamento fisico imposto dalla pandemia in corso, per la prima volta in 38 anni, questo incontro è stato vissuto in modo innovativo. Non solo per l’uso della piattaforma digitale Zoom a cui eravamo tutti collegati, ma soprattutto grazie alla numerosa e variegata presenza di alcuni Delegati degli Istituti aggregati e di sorelle e fratelli Cooperatori paolini. La loro partecipazione internazionale ha dilatato, di fatto, i confini di questa convocazione di Famiglia realizzando la visione del Beato Don Giacomo Alberione, quando ci ricordava che “La nostra parrocchia è il mondo”.
Condividiamo, come link, alcuni temi emersi dai contributi ascoltati. Il primo link è abitare la sofferenza, questa sofferenza collettiva inflitta dal Covid-19, non con sopportazione ma interrogandola e lasciandoci istruire come da una maestra di vita. Imparare, come discepoli, è l’atteggiamento caratteristico di chi vive guardando a Gesù, via, verità e vita e si relaziona con lui come Maestro, unico, il Pastore bello e buono. Questa massima, ribadita dal Prof. Stefano Zamagni, economista, ha ripreso la lezione di vita che la pedagogista Chiara Scardicchio ci ha narrato. Stiamo dunque vivendo, paradossalmente, un tempo di grazia che ci offre l’opportunità di riscoprire il meglio di noi stessi. Riscoprire l’umiltà come verità, come quel sano “tenere i piedi per terra” per radicarci in ciò che vale davvero. Esercitare la prudenza per guardare lontano con visione e parresia. E, infine, fare attenzione all’arroganza di chi centralizza, pericolo insidioso per chi ha responsabilità di governo, trascurando di coltivare la cultura della sussidiarietà, per camminare sempre più solidali, in stile sinodale.
Siamo tutti nella stessa tempesta, ma di certo non tutti nella stessa barca: infatti non tutti traggono gli stessi risultati da questa pandemia. Il divario sociale si sta allargando pericolosamente. È necessario tenere desta la consapevolezza dell’interconnessione sociale, politica, economica ed umanitaria. Così emerge il secondo link tra la proposta del Prof. Stefano Zamagni con la visione tracciata a grandi linee dal Presidente del Parlamento Europeo l’Onorevole David Sassoli, ribadendo come la strada per uscire da questa emergenza si trova nel cercare e assumere insieme soluzioni comuni.
Il terzo link si può ritrovare nella raccomandazione di non abdicare alla vocazione paolina della studiosità, come amore alla ricerca, come coraggio di produrre pensiero di qualità che contribuisca a coltivare, in noi e attorno a noi, il nuovo umanesimo. Si ribadisce così la necessità di dedicare tempo ed energie alla formazione culturale per colmare quello che è stato evidenziato con preoccupazione: la perdita di maestri.
Le letture critiche presentate ci hanno aperto gli occhi su una povertà dilagante, di cui i media parlano poco, ma che porta in sé conseguenze umanamente nefaste: le conseguenze della pandemia per la vita ecclesiale. Se a livello istituzionale i gesti e le parole di Papa Francesco, e di alcuni saggi Pastori, continuano a risuonare come un monito profetico, a livello pastorale nelle Chiese particolari è in atto una deriva allarmante. Di certo, almeno nelle Chiese occidentali dell’emisfero nord, i campanili sono già crollati da tempo ma ora, a causa della pandemia, sta evaporando la consapevolezza di essere comunità: un popolo radunato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: nella vita sacramentale, in campo educativo e aggregativo, nella vita parrocchiale. È un tema su cui si è soffermato, pur da un’altra prospettiva, anche il Prof. Marco Ronconi, teologo. La profonda domanda di spiritualità e di senso fatta risuonare più volte ci ha fatto aprire gli occhi su questo disgregarsi della consapevolezza di essere “ecclesia”, dunque comunità, poiché il Signore raduna nella stessa casa coloro che sono animati dal medesimo Spirito. Ecco il quarto link. A noi la scelta se lasciare che tra le nostre mani il tempo scivoli via come sabbia arida e sterile, o come seme gravido di vita nuova (cfr. Thomas Merton).
Marco Ronconi ancora ci ha presentato una Chiesa che verrà attraverso il suo sguardo da laico, ovvero da battezzato, e dunque come noi e con noi, parte del popolo fedele di Dio. Da questa prospettiva popolare siamo stati invitati ad affrontare la realtà come chi ha imparato anzitutto ad amarla e non solo a spiegarla o a risolverla. Così il Prof. Andrea Grillo, teologo liturgista, con una lettura benedicente, cioè positiva, di ciò che sta avvenendo nelle nostre vite e nella manifestazione, pubblica e privata, della fede cristiana, ci ha aiutato a scoprire la dimensione sacramentale di ciò che viviamo. Hands, face, space sono globalmente diventati messaggi di protezione sanitaria, ma anche esperienza diretta in cui recuperare la qualità della relazione umana, con Dio, con il creato e con gli altri. Ora se la pandemia ci obbliga a distanziarci nello spazio facciamo nostro l’assioma di Papa Francesco “Il tempo è superiore allo spazio” per riscoprire nel distanziamento obbligatorio nuove opportunità alternative di relazione, nella comunione. Questo è il quinto link.
Sesto link emerso è il tema dell’adultità. È ritornato in modo trasversale in tutti gli interventi che abbiamo ascoltato. La Chiesa, la società, i giovani, la politica, la cultura, la spiritualità hanno bisogno di credenti adulti, generativi, ovvero credibili e in grado di autorizzare altri a investire con creatività l’eredità ricevuta. Proprio come Gesù maestro ci educa: chi perderà la propria vita – ovvero non la tratterrà per sé – per causa mia e del Vangelo la salverà (cfr. Mt 16,25), e avrà vita piena e in abbondanza (cfr. Gv 10,10).
La tavola rotonda on line, coordinata da Don Vito Fracchiolla, Vicario generale SSP, a cui hanno partecipato cinque Cooperatrici Paoline da differenti Paesi: Christin Jezak (Stati Uniti/California), Rosane Manfro (Brasile), Lourdes Pechuela (Filippine), Antonietta Rago (Italia) e Mireille Yav Manyong (Rep. Dem. del Congo) è stata un’occasione di dialogo e ascolto reciproco molto efficace. Con responsabile senso di appartenenza alla Famiglia hanno chiesto di dare continuità agli incontri per conoscersi, formarsi e per partecipare alla missione con progetti concreti.
Siamo consapevoli che la Famiglia Paolina, presenza ecclesiale composta da battezzati che vivono la comune vocazione cristiana in diversi stati di vita – laicale, religioso e ministerialità ordinata –, è sfidata a rispondere alle nuove domande che emergono. Occorre attivare un coraggioso processo ermeneutico per l’attualizzazione di un carisma peculiare in obbedienza allo Spirito di Dio e alle domande degli uomini e delle donne di oggi. A noi il compito di porre bene le domande e di intercettare, senza troppi filtri interpretativi, le voci di chi ovunque sta cercando vita e salvezza, anche senza saperlo.
Siamo grati al Signore per quanto ci ha donato di vivere in questi giorni e per la presenza ricca e propositiva di tutti. Ringraziamo i Segretari generali che hanno preparato l’evento e tutti coloro che lo hanno condotto con calore umano, garbo e professionalità.
Vi salutiamo con affetto, in Gesù Maestro.
Roma, 11 gennaio 2021
Le partecipanti e i partecipanti
al XXXVIII Incontro dei Governi Generali
della Famiglia Paolina
[1] Le relazioni saranno disponibili sul sito www.alberione.org