Era il 30 settembre 420 e a Betlemme, nei pressi della grotta della Natività di Cristo, il dalmata Girolamo chiudeva la sua esistenza terrena, la cui trama era stata particolarmente varia e fin tormentata. A distanza esatta di milleseicento anni da quella giornata autunnale Papa Francesco ha voluto dedicargli un’ampia e intensa Lettera Apostolica che costituisce la sostanza di questo volumetto. Il titolo, Scripturae Sacrae affectus, desunto dalla liturgia della memoria del santo, costituisce una straordinaria sintesi della sua esperienza personale e della sua opera, anzi, quasi un vessillo emblematico di colui che è nella memoria di tutti come il traduttore per eccellenza della Bibbia attraverso quella Vulgata che ha percorso i secoli.
Fonte: Vatican News