24 Dicembre 2021
- Suore Apostoline

Commento alla prima Lettura della Solennità del Natale-Messa del giorno (ANNO C) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaia (52,7-10)

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio. 


Quale augurio migliore per la solennità del Natale che quello di poter esclamare come Isaia: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace»! Tutti vorremmo, in fondo, ricevere un messaggio di pace di chi dice alla nostra vita che non siamo soli, che andiamo bene così come siamo, che possiamo risorgere dalle nostre rovine come Sion, la Gerusalemme tanto amata, finalmente rinata a vita nuova.
E questo augurio è reso possibile dal fatto che il Signore torna, ancora una volta, nonostante tutto, ad abitare la nostra vita. Anche noi, oggi, come le sentinelle di Gerusalemme vediamo che il Signore torna. Il testo ebraico insiste molto su questo «vedere» il ritorno del Signore a tal punto da dire che si vede «con gli occhi negli occhi» (Is 52,8). È molto particolare questa sottolineatura, ed è vera, se ci pensiamo, anche per il prodigio del Dio fatto Bambino. In questo Natale possiamo vederlo occhi negli occhi, lasciando che ci guardi e che il suo sguardo ci guarisca, ci rappacifichi, ci consoli… possiamo guardarlo occhi negli occhi dell’altro, perché al suo cospetto si arriva insieme, come comunità, come famiglia, umana, innanzitutto.


Qôl/call

Nella consapevolezza che: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1,5) ci accostiamo al Dio Bambino per lodarlo per le tante luci ricevute nella nostra vita. Occhi negli occhi, lasciamo che “alimenti di luce la nostra vita perché maturi come frumento” (Tagore).

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it