C’è una Parola che è stata scritta per te, per la tua vita e fa parte della tua storia, è la Parola di Dio. Una lettera che arriva lungo il cammino di millenni di uomini e donne chiamati da Dio.
Oggi ti è consegnata questa parola, non come una fra le tante, ma come un dono speciale, un INIZIO perché tu possa capire il dono originale che sei e diventare anche tu Parola per gli uomini e le donne del tuo tempo.
Questo e molto di più è lo Spazio Bibbia… per affondare le nostre radici in Cielo e tenere gli occhi ben aperti sulla Terra.
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Un amore esigente
Accanto a Geremia Pietro, che, nel Vangelo di oggi, vuole evitare la croce a Gesù e forse anche a sè stesso, anche se l’abbraccerà con coraggio. «Se qualcuno vuol venire dietro a me…». Il Signore non obbliga ma nutre giorno dopo giorno la libertà della sequela. Scelgo dalla liturgia di oggi o dalla Scrittura una Parola che dia fiducia alla mia sequela del Signore.
Signore Gesù, donaci la grazia di diventare persone affidabili, che fanno con serietà il loro dovere, nello studio, nel lavoro, nelle piccole cose quotidiane…, per ritrovare le chiavi della propria e altrui felicità.
Anche l’Antico Testamento così come il Nuovo (cfr. Mt 15,21-28), come possiamo vedere, ha una grande apertura universale verso ogni uomo concependo la vocazione di Israele e del suo Tempio come un grande annuncio di salvezza per tutti. Dice Dio in questo oracolo: «Perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».
«Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore» (v. 11). E qui avviene il prodigio. Dio si rivela a Elia in un modo nuovo, nella “voce di un silenzio sottile” (v. 12), profondo, che lo avvolge come un grembo e lo genera “nuovo” alla missione profetica…
Non possiamo non rileggere nella Figura del Figlio dell’uomo Gesù, che si definisce così in molti luoghi del Vangelo. Sappiamo, anche attraverso Daniele che il suo Regno non avrà fine e, in fondo, abbiamo bisogno di sapere che sarà così. Che saremo al cospetto dell’Antico dei giorni, che vedremo arrivare il Figlio dell’uomo in una nube, come Israele nel deserto, come Maria avvolta dalla nube nell’Annunciazione. Siamo fatti per questo, da sempre e per sempre… e se le parole non riescono a definirlo, la fede invece può aiutarci a crederlo e a sperarlo.
In questione ci sono, come si può vedere dalle parole ricorrenti, la giustizia, la forza e la misericordia di Dio che “si rincorrono” nei diversi versi di questo componimento. Interessante è il versetto 17 in cui si dice quando Dio mostra la sua forza: quando (alla lettera) «non è creduto nella pienezza del suo potere» e la mostra quando si crede in lui, lo si conosce, ma con insolenza, cioè con arroganza.
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